Via Orlando Guardati

Orlando Guardati
Nato a Roma il 1° marzo 1888 da famiglia mazziniana e repubblicana compì fino all’Università (Facoltà di Ingegneria) gli studi che dovette abbandonare perché chiamato a combattere nella guerra in Libia (1910-1913) nell’arma della Cavalleria “Lancieri di Firenze”. Prese parte anche alla I guerra mondiale (1915-1918) ricevendo per il suo valore decorazioni ed encomi. Fu più volte arrestato dal regime fascista, con lunghi periodi di detenzione presso Regina Coeli fino all’ultimo arresto il 10 giugno 1940 quando Mussolini comunicò la dichiarazione di guerra. Tradotto in seguito con altri cinquanta detenuti nel campo di concentramento di Manfredonia, il 20 ottobre a causa delle gravi infermità riscontrate il ministero decise il suo trasferimento al confino politico nel comune molisano di Cantalupo (CB). Qui, a causa del clima freddissimo e umido e dei disagi dell’altitudine accusò bronchite, divenuta poi cronica, difficoltà respiratorie e infine ectasia aortica unita a un esaurimento nervoso. In ragione di tutto ciò fu trasferito in un’altra località meno disagiata e insalubre nel viterbese. Il 25 luglio 1943, dopo la caduta del fascismo, prese parte alla riorganizzazione del Partito d’Azione di cui ricoprì cariche direttive. L’8 settembre, partecipando alla difesa di Roma a Porta San Paolo, iniziò la sua intensa attività nel Movimento Partigiano di Resistenza nelle Formazioni di Giustizia e Libertà. Il 6 gennaio 1944, fu tradotto dalla polizia tedesca nella sede della Gestapo, la famigerata stanza dell’Hotel Flora, dove fu duramente interrogato e torturato. Per le valorose azioni compiute come comandante di formazioni partigiane gli fu riconosciuta la qualifica di partigiano combattente. Dal 1948 al 1952 ha ricoperto per due legislature la carica di Deputato Provinciale di Roma. Uomo di vasta cultura classica, scientifica e tecnica, scrittore, poeta, pittore ed autore di alcune invenzioni, ha svolto anche un’intensa attività giornalistica, prima e dopo il fascismo, collaborando alla redazione del giornale “Il Mondo”. Morì nel novembre del 1960. • Si accede all’Anfiteatro