Via Collatina Vecchia

Collatina Vecchia
Nell’ambito del Comune di Roma, la via Collatina Vecchia si riferisce al tratto di strada da Via Grotta di Gregna a via Salviati che ne è la sua continuazione. Chiaramente questo è un segmento della vecchia via Collatina che prende il nome da quella antica, di cui ne segue grossomodo il tracciato. La via Collatina antica collegava Roma a Collatia. Dalle fonti è ricordata soltanto da Frontino in relazione alle sorgenti dell’Aqua Augusta (presso la Cervelletta) e alle sorgenti presso l’VIII miglio dell’acquedotto Vergine. Quindi se in origine si connota come asse di collegamento tra Roma e Collatia, da molti indicata al castello di Lunghezza, sicuramente a partire dall’età augustea servì anche come strada per la manutenzione dell’acquedotto costruito da Agrippa. Non conosciamo con esattezza il tratto entro le mura urbane forse coincidente con la Tiburtina. Da essa si distacca subito dopo la Porta omonima del recinto di Aureliano attraversando in diagonale il quartiere di San Lorenzo, il cui tracciato si perpetuava nel vicolo di Malabarba ora via dei Falisci e via degli Apuli. Il tracciato antico fino a via di Portonaccio è documentato da numerosi resti venuti alla luce all’inizio del Novecento, durante i lavori di urbanizzazione del quartiere S. Lorenzo, per la costruzione dello scalo ferroviario e, soprattutto, più recentemente durante i lavori per la realizzazione del tratto ferroviario Roma-Napoli del Treno Alta Velocità. Un mausoleo in blocchi di travertino della prima metà del I secolo d.C. fu rinvenuto nel 1935 in viale S. Lorenzo angolo via dei Sardi, lungo l’antico tracciato della via Collatina, ora ricostruito in largo Talamo. La strada proseguiva con un andamento rettilineo in direzione est e, dopo aver attraversato la dorsale collinare fiancheggiante ad est il Fosso dell’Acqua Bullicante, collocandosi a Nord dell’acquedotto Vergine antico che qui corre in sotterraneo, scendeva verso la marrana di Gottifredi. Lungo tutto il tratto scoperto (largo metri 2,40-2,50) presenta ai lati edifici funerari e, in corrispondenza dell’intersecazione di altri due percorsi stradali di collegamento in età repubblicana con la via Tiburtina e la Prenestina fino all’attuale via Andriulli, una vastissima necropoli di tombe terragne. Ad ovest di via Andriulli sulla collina che domina la vallecola si estende una villa tardo repubblicana mentre ad est è stato scoperto un santuario (I-II a.C.) legato allo sfruttamento delle acque salutari. La via antica continua a mantenersi a nord dell’acquedotto Vergine fino al tratto in elevato lungo m. 448 che attraversa la depressione di Bocca di Leone sul fosso di Centocelle, caratterizzato da una fontana che ricorda i restauri effettuati nel 1743 sotto il pontificato di Benedetto XIV, per poi spostarsi a sud di esso fino al fosso di Tor Sapienza; da qui ritorna a nord fino a Salone passando per La Rustica. Un breve tratto, ben conservato, è venuto alla luce durante i lavori per la realizzazione del parco Fabio Montagna in via della Rustica, parte del quale è rimasto visibile. Poi la via antica la ritroviamo a sud della ferrovia Roma-Sulmona coincidente grossomodo con l’attuale tracciato. Altri tratti del basolato sono stati scoperti nei pressi del centro commerciale Roma Est a Ponte di Nona. Dopo aver raggiunto Collatia, il suo prolungamento giungeva sino all’antica città di Gabii, mentre una diramazione la ricollegava alla via Tiburtina in prossimità di Ponte Lucano.

LUOGHI DI INTERESSE

Fontanile di Benedetto XIV

Casale Bocca di Leone